Il marmo e gli strumenti della scultura – L’Acciaio

Le fasi della lavorazione dell’acciaio che permettono di ottenere uno strumento idoneo alla scultura sono quattro:

 • FUCINATURA

• RICOTTURA

• TEMPERA

• RINVENIMENTO

 

FUCINATURA

Decisa la forma dell’utensile da realizzare e scelta la barra d’acciaio della dimensione più idonea, si procede al suo riscaldamento.
Per tale operazione si adopera la fucina, costituita da un piano di metallo munito di un fornello, sotto il quale, mediante un condotto, giunge aria spinta a forza da una ventola azionata a mano o elettricamente.
Sopra il fornello si colloca il carbone (noisette da forgia) che, alimentato dall’aria sottostante, brucia, portando sino all’incandescenza l’acciaio collocatovi a contatto.
La verga d’acciaio, riscaldata ad una temperatura intorno ai 900°, è lavorabile sull’incudine e con successivi riscaldamenti (calde) portata ad assumere la forma voluta.

A causa di dilatazioni e contrazioni avvenute durante la lavorazione si producono tensioni; l’utensile, perciò, viene sottoposto ad un trattamento di distensione (ricottura).

RICOTTURA

Avviene sottoponendo l’attrezzo, fucinato in precedenza, ad una temperatura di 750° mediante la quale le molecole si distendono rendendo docile l’acciaio alla lima; ciò permette di rifinire l’utensile agevolmente.

 

 

 

TEMPERA

Dopo aver fucinato e sottoposto a ricottura l’attrezzo, si esegue la tempera che lo renderà tagliente.
La tempera si ottiene riscaldandolo ad una temperatura di 720°/800° e raffreddando l’utensile rapidamente mediante immersione in un liquido, normalmente acqua od olio.
La scelta dell’uno o dell’altro liquido dipende dal tipo d’acciaio utilizzato e dalla durezza che si vuole ottenere.
Durante il raffreddamento si susseguono tre fasi:

  1. Intorno al pezzo, che possiede una temperatura all’incirca di 800°, si forma un velo di vapore per calefazione1 quindi il calore viene dissipato molto lentamente.
  2. Il velo di vapore si rompe ed il liquido a contatto con il metallo entra in ebollizione; il vapore che né deriva sottrae il calore all’acciaio.
  3. La temperatura dell’utensile scende sotto a quella d’ebollizione del liquido; lentamente si raggiunge l’equilibrio termico con il liquido stesso.

RINVENIMENTO

L’utensile temprato presenta una durezza notevole; perciò non sopporta nessun tipo di percussione a causa della sua fragilità; in queste condizioni sarebbe inutilizzabile.
Per aumentare l’elasticità senza, perdere tutta la durezza acquisita, si riscalda ad una temperatura che oscilla fra 100° 300°.
Tale rinvenimento permette di ottenere un guadagno di resilienza2 , in altre parole, di resistenza alla rottura senza perdere però la capacità di taglio.

 


1Fenomeno per il quale delle gocce d’acqua cadute sopra una lastra metallica fortemente riscaldata si riuniscono in un piccolo ammasso di forma globulare appiattita che, isolato dalla lastra da uno straterello di vapore, scorre per un po’ sulla sua superficie senza entrare in ebollizione, per poi evaporare di colpo
2Nella tecnologia dei materiali, la resistenza a rottura per sollecitazione dinamica, determinata con apposita prova d’urto

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